Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 551 del 24/11/2004

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vigni. Ne ha facoltà.

 

FABRIZIO VIGNI. Signor Presidente, qualche settimana fa, con un inserto a pagamento su Panorama, il ministro dell'ambiente si è vantato di quanto, secondo lui, sarebbe stato fatto in questi tre anni, affermando addirittura che possiamo guardare con ottimismo al futuro. La realtà è drammaticamente diversa: i danni prodotti in questi tre anni e mezzo di Governo della destra in campo ambientale sono ormai innumerevoli e profondi.

Mentre state per approvare questo disegno di legge, ad esempio, in molte città italiane congestionate dal traffico si procede al blocco delle auto, l'inquinamento mette a rischio la salute dei cittadini ma il Governo non sta facendo nulla.

Mentre state per approvare questo disegno di legge, più della metà dei comuni sono a rischio idrogeologico, ma il Governo ha più che dimezzato i fondi per la difesa del suolo.
Mentre state per approvare questo disegno di legge, altri paesi in Europa, dopo la ratifica del Protocollo di Kyoto da parte della Russia, stanno cominciando a fare sul serio per ridurre le emissioni, dalla Spagna di Zapatero alla Germania di Schröeder. L'Italia non sta facendo nulla.
Mentre state per approvare questo disegno di legge, imprese ed economie di altri paesi stanno affrontando la sfida dell'ecoefficienza e delle tecnologie pulite, perché si rendono conto che questa sarà sempre più una delle sfide per il futuro. Il Governo italiano, invece, considera l'ambiente - come è evidente - un vincolo allo sviluppo e non un fattore di modernizzazione.

Questo provvedimento che oggi, dopo tre anni e dopo tre voti di fiducia, vi apprestate ad approvare è il peggio del peggio delle politiche ambientali della destra. Nella sua prima parte, con la delega, potrà indebolire e stravolgere tutta la legislazione ambientale del nostro paese; nella seconda parte, con le norme di immediata attuazione, si introduce il condono per gli abusi realizzati nelle aree a vincolo paesaggistico e si prevedono norme, come ad esempio quelle sui rifiuti, che proprio pochi giorni fa la Corte di giustizia europea ha giudicato in contrasto con le direttive comunitarie.
È da più di tre anni che questo provvedimento è in discussione in Parlamento: un periodo lunghissimo. Da tre anni, state paralizzando e gettando nell'incertezza tutta la legislazione ambientale: siamo alla quinta lettura.

Nel 2001 ci avevate detto di voler semplificare e razionalizzare le leggi ambientali. Cosa vi ha impedito di farlo in Parlamento?

Sapete quante leggi si potevano semplificare e razionalizzare in tre anni? Invece no, avete scelto la strada di una delega al Governo tanto generica nei principi quanto inaudita per ampiezza, portata e durata. Il Parlamento è espropriato delle sue funzioni; il Governo ha sequestrato la legislazione ambientale. In tre anni e mezzo il Parlamento non ha prodotto nulla perché la legge delega soffocava ogni possibilità di iniziativa, ora vi saranno altri 18 mesi per emanare i decreti delegati, e poi altri due anni per fare delle successive modifiche. Si arriva così addirittura al 2008. Tutto ciò ha creato una situazione di incertezza e di delegittimazione della normativa ambientale che ha pesato negativamente sul paese.

Il giudizio negativo non è solo il nostro; non è solo delle opposizioni di centrosinistra. Il giudizio negativo proviene anche dalle associazioni ambientaliste, e dalle associazioni delle piccole e medie imprese che, in un loro documento inviato al Parlamento, hanno criticato non solo la genericità dei criteri della delega ma anche norme che, a loro parere, non semplificano ma addirittura complicano il quadro normativo.

Il centrosinistra, in questi tre anni, non si è limitato a dire "no" a questo provvedimento, ma ha fatto proposte alternative per rendere più efficace la normativa di tutela ambientale, e per introdurre nella nostra legislazione strumenti innovativi quali, ad esempio, strumenti di fiscalità ecologica, accordi volontari, certificazioni di qualità ambientale, cioè tutti quegli strumenti che sempre più servono ad orientare l'economia e lo sviluppo verso la sostenibilità. Da parte del Governo e della maggioranza si sono sistematicamente respinte tutte le nostre proposte.

Ci avete detto che il nostro era un pregiudizio: perché pensare che il Governo farà decreti delegati che peggioreranno la legislazione ambientale? Chi ce lo dice? Ce lo dice ciò che voi avete già fatto nel corso di questi tre anni: il condono edilizio, la riduzione dei finanziamenti per la tutela ambientale, le politiche per l'energia e per i trasporti che sono andate nella direzione esattamente opposta alle ragioni della sostenibilità ambientale. E ce lo dice, infine, a conferma di questi nostri giudizi preoccupati, ciò che è previsto nella seconda parte della delega, cioè le norme di diretta ed immediata attuazione.

Quello che è previsto nella seconda parte della delega è un nuovo condono! Il vostro condono edilizio di pochi mesi fa, se non altro, almeno si fermava su un confine ritenuto fino ad ora invalicabile: quello delle aree a vincolo paesaggistico. Questo condono, invece, si estende anche sulle aree più preziose e più belle del nostro paese. Per capirci, stiamo parlando di tremila chilometri di coste, dei parchi nazionali e regionali, delle aree archeologiche, delle rive dei laghi e dei fiumi e delle zone di montagna, cioè delle aree più preziose ed importanti del paese.
Il condono edilizio se non altro era stato giustificato come necessità di far cassa. Ci avevate detto: "Sì, avete ragione, il condono edilizio fa un po' schifo, ma abbiamo bisogno di far cassa". Ma questo condono, da che cosa è giustificato? E stiamo parlando di un condono per il passato - per gli abusi commessi fino al 30 settembre 2004 - ma che, al tempo stesso, apre una sanatoria anche per il futuro. Il sottosegretario Tortoli ha detto: " è una sanatoria una tantum". No, non è così! Perché il piccolo particolare che nessuno di voi ha ricordato, cari colleghi, è che queste norme cancellano un punto fondamentale del codice Urbani; cioè, un codice introdotto pochi mesi fa dal vostro Governo, da un vostro ministro. Ricordo, infatti, che il codice Urbani, all'articolo 10, stabilisce per le aree a vincolo paesaggistico, l'impossibilità di autorizzazioni in sanatoria. Queste norme che voi oggi approvate, invece, reintroducono, anche per il futuro, la possibilità di una sanatoria nelle aree protette.
Imbarazzati, voi avete provato a dire che non si tratta di un condono. Lo avete ripetuto anche oggi. Ma ci ha pensato il sottosegretario Nucara, mercoledì scorso, in sede referente, a confessare candidamente come stanno le cose, nero su bianco: "è un condono". Voi dunque, oggi vi assumete una responsabilità molto grave nei confronti del paese.

Arriverà il giorno - spero - in cui si capirà che il patrimonio di beni ambientali e culturali dovrebbe essere considerato per l'Italia un tesoro prezioso, una risorsa straordinaria e un fattore di civiltà, che è tutt'uno con la nostra stessa identità nazionale, e non un patrimonio da saccheggiare e violentare. Una risorsa straordinaria per il futuro.

Resta, forse, solo un'ultima domanda: perché questa legge delega? Perché queste norme così devastanti per il patrimonio del nostro paese? Perché questi danni che avete prodotto in tre anni e mezzo di Governo? È solo l'insensibilità ai temi dell'ambiente e della sostenibilità ecologica? È solo l'insofferenza viscerale, che pure c'è nell'anima del centrodestra, verso ogni regola che limiti gli spiriti selvaggi e il farsi ciascuno il proprio comodo?

Io penso che ci sia una ragione più di fondo, che ha a che fare con l'idea stessa dello sviluppo che la destra in questi tre anni ha dimostrato di avere. Nella vostra visione dello sviluppo, l'ambiente, al pari dei diritti dei lavoratori e dello Stato sociale, è solo un fastidioso vincolo che ostacola la competitività delle imprese e dell'economia. Questa idea di competitività e di sviluppo si è dimostrata non solo inaccettabile, ma anche terribilmente miope, arretrata e perdente, perché, inseguendo quell'idea, non avete portato l'Italia al miracolo economico che avevate promesso nel 2001, ma al declino.

Dunque, dichiarando il nostro voto contrario, non solo voglio denunciare, ancora una volta, tutta la nostra preoccupazione per questo provvedimento, ma anche, se possibile, aggiungere un messaggio di fiducia: toccherà a noi del centrosinistra rimediare ai danni che la destra ha provocato in questa legislatura all'ambiente e al territorio, ma anche dimostrare, nella prossima legislatura, come la tutela del patrimonio ambientale e culturale e la sostenibilità ecologica siano condizioni non solo per una migliore qualità della vita, ma anche per uno sviluppo di qualità e per la stessa competitività del paese.

Ciò che ci divide, colleghi della destra, dunque, non è solo il giudizio su questa legge o sulle politiche ambientali, ma l'idea stessa di sviluppo del paese, perché abbiamo in testa un modello di sviluppo profondamente diverso dal vostro: abbiamo - se posso dire così - un'altra idea dell'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).