CONDONO EDILIZIO : CI RIPROVANO

(Luisa De Biasio Calimani)

Se nel voto di scambio in Sicilia con FI, fosse stata compresa la promessa di condono? E se fossimo alla resa dei conti dell’impegno assunto?

Come è noto, il grezzo nella costruzione di un edificio, costa circa il 40% del prodotto finito, impegna un minore investimento, si realizza con minor rischio economico.

Poi viene lasciato lì, realizzato fino al tetto, senza serramenti, intonaci, piastrelle, in attesa di un condono che prima o poi verrà, e allora sarà rivenduto a prezzo intero, con un lauto guadagno.

E’ una prassi consolidata che sparpaglia nel territorio nazionale migliaia di abitazioni in attesa di essere legalizzate. E’ il modo privilegiato da mafia e camorra di investire il denaro "sporco".

In altri casi la certezza di un futuro condono porta, con tracotanza, a costruire, finire, usare. Villaggi turistici, pezzi di aree urbane senza servizi, singoli edifici collegati fra loro da una regia occulta, si avvalgono dell’inedificabilità del suolo per speculare sulla sua futura trasformazione che il condono rende certa, senza rischi se favorita da una vigilanza omertosa.

Lo Stato sbeffeggia i cittadini dal corretto comportamento, che hanno seguito le regole dettate dalle Ammministrazioni comunali che con fatica le fanno rispettare, facendo perdere così credibilità agli stessi enti locali. Il cittadino onesto rispettoso delle leggi si sente stupido di fronte ai "furbi" e già oggi si preoccupa in qualche caso di rimediare al corretto comportamento con la realizzazione di un abuso "cautelativo" (meglio non correre il rischio di perdere l’occasione). Così l’abusivismo viene sollecitato e promosso, da Ministri e Presidenti del Consiglio senza scrupoli, abituati a considerare la legalità un optional.

E’ un pessimo esempio di comportamento civico, è diseducativo, corruttivo della coscienza civile e della fiducia nello Stato di diritto, crea i presupposti per nuovi e futuri abusi, anche eticamente giustificati dalla legittimazione dello Stato che lancia questo messaggio: per denaro si può fare tutto. Cittadini, politici, governo, (predisposti a questo) sono esonerati dal rispetto delle regole, fondamento dello Stato di diritto, presupposto alla convivenza civile.

Il condono nell’edilizia incrina le leggi del libero mercato premiando gli imprenditori disonesti, distorcendo e alterando le regole della leale concorrenza.

Il governo di Centro Sinistra nella scorsa Legislatura non si è lasciato tentare da questa pratica scorretta, dimostrando serietà, rispetto per i cittadini onesti, senso dello Stato, rispetto del territorio, dei suoi valori ambientali e paesaggistici.

Nelle aree demaniali spesso prese d’assalto si consumano i più efferati crimini ambientali. Non meno gravi sono quelli che riguardano l’incolumità delle persone. Non dobbiamo dimenticare che quasi sempre i divieti a costruire corrispondono a tutele stabilite sulla base di condizioni oggettive di inopportunità ad edificare, la cui trasgressione comporta danni gravi e spesso irreparabili.

Riguardano aree archeologiche, zone sismiche o soggette a rischio idrogeologico, spiagge, aree con fragilità ambientale e comunque in contrasto con il disegno di Piano. Anche le aree pubbliche sarebbero comprese nel condono, come se la "cosa pubblica" fosse, non cosa di tutti, ma cosa di nessuno. Gli edifici condonati in queste aree appartenenti alla collettività, sottraggono alla stessa spazi preziosi per i servizi, difficili da realizzare proprio per la difficoltà di reperire i terreni.

Il Ministro annuncia che per raggiungere l’obiettivo di 3 milioni di Euro da inserire in Finanziaria è necessario che il condono sia esteso ad ogni tipo di abuso.

Quindi è una mistificazione utile a confondere le acque, dichiarare che il condono riguarda abusi di piccola entità, perché non solo questi sono già in parte sanabili, ma non fanno "cassa". Ben altro che una veranda o una stanza abusiva deve essere condonata per raccogliere i miliardi necessari a sanare la gestione fallimentare della finanza pubblica del Governo di centro destra.

Non solo si lasciano ai Comuni gli oneri di questa operazione (opere di urbanizzazione da realizzare, dal costo superiore al ricavo della sanatoria), ma lo Stato raccoglie spesso meno di quanto atteso. Ma questo, importa davvero a Tremonti e a Berlusconi? Se la ragione vera del condono non fosse la "cassa", ma servisse a favorire potenti speculatori che dal condono ricavano miliardi e ricambiare così un favore che in campagna elettorale è costato qualche promessa?

Il precedente tentativo di onorarla è stato stoppato dal drammatico caso di S. Giuliano con la perdita di tante giovani vite che ha scosso l’opinione pubblica, rendendo impercorribile quell’emendamento alla finanziaria che fra l’altro consentiva il condono dei "sopralzi", che com’è noto sono stati la causa del crollo della scuola.

Ma si confida nella memoria corta degli italiani e si persiste nella filosofia di arrecare più danni possibili a questo bellissimo Paese, vendendolo a pezzi (fra Patrimonio SPA e condono) per soddisfare interessi di pochi (tanto per non perdere l’abitudine). A dispetto di un federalismo, mai secondo Bossi abbastanza spinto, si regredisce con il condono e la riforma urbanistica proposta dal centro destra, rispetto ai poteri e prerogative che oggi i Comuni e le Regioni hanno, per concentrarli nelle mani dello Stato. Altro che federalismo fiscale! Il condono raccoglie denaro per lo Stato e lascia ai Comuni il federalismo delle spese.

Non sarà certo la responsabilità di chi ci governa, ma solo una convinta mobilitazione contraria a questo inquietante disegno che potrà impedirne l’attuazione.