CONSIDERAZIONI SUL MOSE di Francesco Indovina

Pubblicato sul Manifesto – gennaio 2003

 

 

Non si possono disconoscere i meriti del polo rosso-verde, né delle giunte di sinistra, nel governo della città di Venezia. Se, tuttavia,  si passasse dal quadro generale alla salvaguardia, allora ci sarebbe da discutere e rivedere.

Bettin ha preso cappello (Il Manifesto del 26) per una critica fondata, su questo aspetto,   di Pirani (La Repubblica del 25). Le difese d'ufficio non portano lontano.

Il polo rosso-verde anche nel settore della salvaguardia ha dei meriti, la sua "attenzione" non è stata inutile, spesso le proteste sono state giuste e talvolta le proposte significative. Tanto di capello. Ma dove si è impantanato e sulla questione della salvaguardia dalle acque alte. Su questo terreno la partita è stata giocata in modo inconsistente, con il contributo anche della maggiore forza della sinistra.

Dopo studi, sperimentazioni, simulazioni, ecc. una cosa è chiara: per difendere Venezia dalle acque alte superiori a m 1,10 bisogna separare temporaneamente il mare dalla laguna, non resta, quindi, che valersi del progetto (Mose) già studiato, misurato, convalidato, sperimentato, valutato, ecc. E' questione di senso comune, ma  anche intelligenza politica.

Gli ambientalisti si sono incaponiti a sostenere che gli interventi morfologici, diffusi, ecc. nella laguna avrebbero rese inutile la realizzazione del Mose. Si è sostenuta questa tesi contro ogni evidenza, inventando ogni volta soluzioni "nuove", facendo strame delle conoscenza scientifiche, imponendo rinvii su rinvii. Si capisce che possa essere duro rivedere una posizione sostenuta con tanto vigore, ma è questo che bisogna fare, per evitare di assumersi gravi responsabilità nei riguardi della città.

Due infatti sono le prospettive: il Mose si realizza nel disimpegno e nell'avversione, con la conseguenza che il "controllo" sarà solo burocratico, che la città avrà le opere ma non le relative ricadute, importanti sul piano della prospettiva economica futura; oppure, continuando nella mistificazione, spiegazzando le leggi dell'idrodinamica, inventando sempre nuove miracolistiche soluzioni, da rinvio a rinvio  le opere non si faranno e crescente sarà  il degrado della città e la sua trasformazione.

Credo che la sinistra, il polo rosso-verde e tutte le forze progressiste potrebbero  svolgere  un ruolo importante se si arrendessero all'evidenza e si apprestassero a dare un importante contributo affinchè la salvaguardia di Venezia e la realizzazione delle opere  (con tutte le revisioni, le attenzioni, le innovazioni, necessarie; con tutti i controlli tecnici e politici opportuni: chi, come, quando, ecc.), non costituissero solo un'opera di ingegneria ma una rilevante strategia per il futuro della città.