ROMA, UN PIANO REGOLATORE DOPO QUARANT’ANNI
Walter Veltroni
Dopo quarant'anni Roma sta per avere il suo nuovo Piano regolatore. Siamo impegnati in un lavoro avviato dal sindaco precedente Francesco Rutelli, un lavoro che neanche altre e rappresentative amministrazioni che questa città ha avuto, come quelle di Argan o di Petroselli, avevano immaginato di intraprendere. All'epoca dell'amministrazione di Luigi Petroselli erano passati vent'anni dal piano di Piccinato e in realtà questo piano era già stato stravolto dagli insediamenti abusivi e dalla mancata realizzazione dei servizi. E tuttavia neanche in quella stagione, nel corso della quale vennero affrontati i temi più scottanti della città attraverso un'azione di recupero urbanistico e al tempo stesso di equità sociale, si decise di mettere mano a un nuovo piano regolatore. Per questo, siamo a un passo dal raggiungere un obiettivo che considererei davvero storico. Anche perché dopo cento anni un Piano regolatore verrà discusso e adottato democraticamente dal Consiglio comunale. Tutti i piani regolatori successivi a quello di Ernesto Nathan, infatti, sono stati approvati con procedure diverse: qualche volta è stato adottato dal governo, come quello del 1962, in altri casi da governatorati vari, insomma in vari modi ma mai attraverso la procedura regolare.
La nostra giunta, la nostra amministrazione, è a un passo dal raggiungere questo obiettivo che io considero assolutamente rilevante, perché parte di un disegno più generale che riguarda il "senso di città". Schematizzando si può dire che il sindaco di Treviso ha dato alla città un senso, ma é il senso di una città chiusa, l'esaltazione della razza Piave, il sostegno a chi attacca gli immigrati. Noi cerchiamo di attribuirgli un significato opposto, il senso di una città aperta al dialogo e al confronto, una città che cura la qualità della vita, che si propone di essere comunità. E le scelte che abbiamo fatto in quest'anno e mezzo in tale direzione sono state, io credo, scelte coraggiose, importanti.
Faccio qualche esempio. Politiche di contenimento del traffico: noi abbiamo preso tre misure che nella storia di questa città non avevano precedenti. La prima é stata la regolamentazione del traffico nel centro storico attraverso il controllo elettronico della Ztl. Strumento amato da chi abita nel centro storico e odiato da chi prende le multe, comunque strumento inflessibile, attraverso il quale abbiamo eliminato il 25% del traffico nel centro storico e il 20% dell'inquinamento. Seconda iniziativa, altrettanto importante, é il divieto della circolazione delle auto non catalitiche all'interno dell'anello ferroviario. E la terza misura che considero in discontinuità con il passato é la decisione alla quale siamo arrivati in un clima di concertazione insieme a tutti i soggetti del centro storico, i commercianti, i residenti, i pedoni, i possessori di motorini: si chiuderà il 'tridente', Roma avrà finalmente una parte consistente del suo centro storico pedonalizzato.
Altra cosa che dà un senso: noi viviamo in un tempo in cui l'abusivismo viene sostanzialmente sollecitato ogni qualvolta si usa la parola condono. Sai che tanto subito dopo qualcuno si occuperà di garantire che tu non debba pagare il prezzo di quello che hai fatto. Noi, da questo punto di vista, abbiamo combattuto quelle logiche e credo abbiamo dato dei segnali rilevanti nella lotta all'abusivismo. Vale per tutti l'esempio del Celio: la liberazione di un'area verde di 5.000 metri quadrati occupata da un gruppo di persone legate alla criminalità che non si riusciva a sgombrare da ventisei anni. Oppure l'abbattimento dell'Hotel Summit, l'eliminazione dei cartelloni pubblicitari abusivi e la norma approvata in Consiglio comunale per la quale non esisteranno più i cartelloni "sei per tre" dentro la città. Sono tutte cose che hanno un effetto radicale di cambiamento del panorama della città. Ci sono anche altre piccole cose che hanno un valore: abbiamo restituito alla città un luogo, la Casina di Raffaello sopra Piazza di Siena, che diventerà una ludoteca per i bambini. Italo Calvino diceva "la città è un'insieme di domande alle quali si cerca una risposta". Questi sono tutti segnali attraverso i quali rispondiamo alle domande che la città fa guardando la sua qualità della vita.
Abbiamo recuperato una parte consistente di verde, penso per esempio al caso di Tormarancia. E poi c'è, appunto, il nuovo Piano regolatore. Ora si può discutere e si é discusso e si continuerà a discutere, il cammino di approvazione di un Piano regolatore è lungo. Sappiamo però che politicamente approvare il Piano regolatore di Roma ha un significato enorme.
Su questo abbiamo convenuto con Vezio De Lucia e con le associazioni ambientaliste: ha un significato politico non solo la data dell'approvazione ma anche il fatto che in queste settimane di discussione, soprattutto con il Tavolo verde delle associazione ambientaliste, l'amministrazione ha fatto delle correzioni consistenti al Piano. In particolare in due direzioni: da un lato l'affermazione chiara e inequivocabile della fine del regime delle compensazioni, che é stato lo strumento urbanistico col quale si è governato il territorio in assenza di piano regolatore, e dall'altro una riduzione consistente di cubatura.
Chi governa una città deve tenere conto di tutte le esigenze. Si propone da un lato di salvaguardare il patrimonio ambientale di questa città ma dall'altro di non comprimere lo sviluppo di Roma. C'è una domanda crescente di nuovi nuclei familiari ai quali bisogna dare una risposta, evitando che la città si chiuda in se stessa con un processo, che purtroppo è già in corso, di crescita dei prezzi che tende alla fine a creare una situazione di iniquità sociale molto forte.
Io penso che queste due cose che abbiamo fatto, taglio della cubatura e affermazione chiara del "no" allo strumento delle compensazioni, siano molto importanti, insieme a tante altre che questo Piano regolatore contiene, sia nella stesura originale sia con gli aggiustamenti e le correzioni che sono state fatte. Ne cito alcune che io considero molto importanti. Ad esempio, a Roma non si costruirà nulla se prima non si realizzano le infrastrutture. In passato si è fatto esattamente il contrario, le infrastrutture hanno "inseguito" la città che nasceva spontaneamente. Secondo, si passa dal concetto di centro storico a quello di città storica, che è un concetto molto più ampio. Terzo, Roma è la città più verde d'Europa, città che incrementa ulteriormente la sua quantità di verde: il 68% del suo territorio è salvaguardato a verde, e una parte è destinata a verde agricolo. E infine il fatto che il Piano si salda con il Piano regolatore sociale, piano che Roma è la prima città europea ad avere.
Tutto questo, infine, per dire una cosa: quando si parla di città non dobbiamo soffermarci solamente sull'aspetto urbanistico. Nulla come una città è un sistema in cui tutto si determina a partire dalle condizioni sociali. I rischi di visibile peggioramento delle condizioni sociali del paese sono molto forti. La riduzione dei trasferimenti ai comuni avrà degli effetti negativi sulla vita concreta, sulla vita quotidiana dei cittadini. Tagliare i beni e i servizi ai Comuni significa tagliare gli asili nido, i servizi per gli anziani, cose che hanno una ricaduta immediata sulla qualità sociale della vita dei cittadini. Noi l'anno scorso con il primo bilancio di questa amministrazione abbiamo incrementato del 40% le spese sociali di Roma e gli effetti ci sono, la tenuta sociale della città si è accresciuta. L'idea del piano regolatore è proprio questa: l'idea di mettere in relazione domanda e offerta di servizi. Io non vorrei che corressimo il rischio di trovarci in una condizione analoga a quella degli Stati Uniti di Bush, o dell'Inghilterra della signora Thatcher. Dunque, la prima condizione per la quale la città sia davvero "amica" di tutti è un sistema di pari opportunità dove ciascuno, indipendentemente da dove vive e dalla famiglia in cui è nato, abbia medesime possibilità e opportunità di esprimere capacità e talento. Questa, in fondo, è la grande sfida che abbiamo di fronte a noi. Mi auguro che insieme riusciremo a vincerla.