Cara Luisa,

aderisco volentieri al tuo invito a precisare alcune ulteriori ragioni di contrasto al progetto di Auditorium. La vicinanza alla Cappella degli Scrovegni non determina solo i rischi idrogeologici residui, già segnalati dagli specialisti; prefigura una situazione di allarme che riguarda più ampiamente l'ambiente e il paesaggio. Quest'ultimo,  come sistema di relazioni non soltanto visive, ma ecologiche, storiche e culturali, quali quelle che la Convenzione Europea del Paesaggio, prima ancora del Codice del 2004,  ci impone di prendere in considerazione. Al di là dell'ovvio rispetto per Giotto, è l'intero contesto a richiamare l'attenzione sull'invasività del progetto. Un contesto che si configura  come uno snodo di straordinaria importanza nell'evoluzione della  struttura storica della città, testimoniata da una ricca documentazione  storiografica e  iconografica e da studi e ricerche anche recenti. Tra questi, mi limito a citare gli studi avviati a metà degli anni '90 dall'amministrazione della città di Padova sul  sistema del verde e delle acque interne, inquadrati in una ricognizione  ad ampio spettro sulla rete idrografica. La prospettiva che ne emergeva individuava nel recupero, nel restauro e nella riqualificazione delle fasce fluviali la strategia fondamentale per la rivalorizzazione della città, "città d'acque per eccellenza", anche in termini di continuità ecologica, di leggibilità e di fruibilità sociale. Questa strategia, che implica la riduzione di ogni superfetazione e di ogni fattore di degrado odi ulteriore pressione, la conservazione attiva delle Mura  e di ogni preesistenza di pregio,  la rifunzionalizzazione idraulica, la difesa degli spazi verdi e della vegetazione ripariale, la restituzione ai fiumi delle loro fasce di pertinenza, interessa in particolare  l'intorno del Piovego in cui ricade il progetto. La realizzazione del progetto in questione semra andare in direzione opposta a quella strategia e perdere l'opportunità di innescarla in un nodo chiave del territorio padovano.