Da Mario Ghio (mghio@katamail.com) à a "CITTA’ AMICA" - 30 maggio 2003
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I.
COMMENTI AL DOCUMENTO "RAGIONI DELLA CENTRALITA’ DELLE QUESTIONI URBANE"II.- ESIGENZA DI MODIFICARE SOSTANZIALMENTE I CRITERI E METODI TUTTORA IN USO
NELLA REDAZIONE, ATTUAZIONE E GESTIONE DEI PIANI REGOLATORI
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Prima parte
–Commenti a "Ragioni della centralità delle questioni urbane"
Le affermazioni contenute nel documento intitolato "Ragioni …. " sono molto bene argomentate e pienamente condivisibili. Resta però da discutere e decidere il "che fare e come operare" non solo per ciascuno dei problemi ricordati, ma anche per il loro insieme.
Le considerazioni svolte in queste pagine riguardano appunto il "che e come fare", partendo da un commento al primo dei punti discussi in quel documento, intitolato " Sulla perdita di centralità delle questioni urbane nel dibattito politico degli ultimi anni ".
E’ vero, come affermato in quel primo punto, che la elaborazione culturale riguardante le questioni urbane è in ritardo, ma non è un ritardo verificatosi negli ultimi anni. Occorre chiedersi quando e in qual modo, prima e dopo la seconda guerra mondiale, tali questioni siano state, in Italia, al centro di tale dibattito. Prima di quella guerra decideva l’unico partito governante, che operava in epoca sia di moderatissima industrializzazione che di scarsi investimenti di privati in speculazioni su aree urbane e periurbane, anche perché quel partito frenava fortemente le tendenza agli inurbamenti. Nei periodi immediatamente successivi, con la nascita di nuove industrie, si verificarono i primi inurbamenti uniti ai primi abusi e alle prime, pesanti speculazioni su terre e costruzioni, Il che avveniva all’interno e sull’intorno di città e ad impianto urbano prevalentemente rigido, a volte anche delimitato da antiche mura, spesso con molte strade troppo strette e privo o quasi di ampi cortili e di spazi verdi, spessissimo costellato di elementi di valore storico, artistico, archeologico da salvaguardare; il tutto, quasi sempre, su terreni morfologicamente e geologicamente difficili. : i nuovi partiti politici si andavano appena orientando e l’insieme dei problemi urbani e territoriali si era già complicato in modo tale da essere, in quell’epoca, difficilmente analizzabile e comprensibile. .
Per queste ragioni, l’attenzione di alcuni partiti si concentrò su fenomeni settoriali, vissuti e discussi settorialmente. Alcuni di questi furono affrontati anche molto presto, con importanti piani settoriali (ad es. il complesso Piano GESCAL, pensato e preparato da Fanfani e suoi collaboratori tra il ’45 e il ’49, già in azione nel 1950 e molto efficace almeno fino al ’57), ma non vi fu capacità e possibilità di vedere subito, con chiarezza, le complesse e rapide relazioni e reciproche influenze tra fenomeni diversi. Purtroppo, questo inizio condizionò il seguito della storia:
da allora non è mai accaduto che a livello nazionale un qualche partito politico si sia dedicato con metodo all’insieme dei problemi eminentemente urbanistici riguardanti in generale tutte le città e regioni d’Italia; ancor meno è accaduto che, su tali temi, partiti politici diversi si siano confrontati a lungo e in modo approfondito. In Italia. dibattiti significativi ed utili di tal natura avvennero solo in e per poche città, in e per poche regioni, ma tutte del nord e centro-nord del paese. Raramente nel centro e per il centro. Mai nel sud e per il sud.
E’ noto che nel nord d’Europa e in Inghilterra, ove tante città furono colpite più delle nostre dalla guerra, fu molto diversa, nel primissimo dopoguerra, l’attenzione politica, scientifica, amministrativa ai problemi urbani, studiandone subito le relazioni con gli aspetti sociali ed economici, spesso con i problemi ambientali, e che molto tempestive ed efficaci furono a volte le soluzioni. E’ anche importante il fatto che da allora, in alcuni Paesi, al fine di prevenire disarmonie, inquinamenti, sprechi o di eliminarli là dove permanevano e permangono, si svilupparono gradualmente numerose forme di continuo, sistematico controllo non solo dei fenomeni urbani e territoriali ma anche dei processi economici e sociali da un lato e, dall’altro, delle risorse fondamentali che da quei processi sono alterate (acque superficiali e del sottosuolo, suoli, coste, ecc.) e le cui alterazioni su quei processi pesantemente incidono. Controlli che comportarono - e ormai regolarmente comportano - studi rinnovati di anno in anno, curati da specialisti in discipline diverse, i quali, tra l’altro, iniziarono presto a giovarsi di rilevamenti automatici ( monitoraggi ) per tutti i fenomeni rilevabili in tal modo e automaticamente memorizzabili. Ed è ovvio che, con l’evolversi cui ora assistiamo di tutte le tecniche e tecnologie, le reti di monitoraggio connesse a strumenti di automatica memorizzazione diventarono e diventano gradualmente più efficaci, purché si sia preparati a gestire e ad utilizzare il tutto con metodo.
In Italia i principali partiti politici, durante i quasi sessant’anni ormai trascorsi dalla fine dell’ultima guerra mondiale, non hanno mai preteso (e neppure oggi sembrano pretendere per il futuro) di disporre a livello sia nazionale, che regionale e locale, di conoscenze adeguate, annualmente rinnovate:
a)- sui caratteri ormai continuamente variabili delle strutture urbane e territoriali; sui caratteri
delle acque, dell’ambiente, dei paesaggi;
b)- sulle cause altrettanto variabili (sociali, economiche, tecnologiche, …), di tali fenomeni;
c)- all’inverso, sugli effetti delle trasformazioni urbane e territoriali su società, economia,
ambiente e, in particolare, sui vantaggi e, soprattutto, i danni "tecnicamente misurabili"
che dai fenomeni a) derivano per le popolazioni.
Anzi, nessuno si meraviglia del fatto che alcuni rilevamenti riguardanti aspetti sostanziali dell’ambiente (inquinamenti dei fiumi, di spiagge, del mare; degradi di foreste, … ) siano qui da noi curati non da Enti pubblici adeguatamente finanziati e scientificamente attrezzati ma, anno dopo anno, da associazioni culturali (Lega Ambiente, WWF, ecc.) che ogni anno si giovano come possono di volontari e sempre con l’aiuto di volontari diffondono notizie sui risultati.
In più, non pochi politici operanti in Italia nei partiti o per i partiti hanno ritenuto e ritengono che operazioni del tipo poco su ricordato, compiute in altri paesi e basate su sistematiche collaborazioni tra esperti in discipline diverse e su complessi monitoraggi, non paghino politicamente poiché obbligano a rappresentare e illustrare continuamente e in modo completo tutti i processi reali, tutti i loro effetti e relativi contro-effetti, senza possibilità alcuna di mascherare o oscurare le disattenzioni e insufficienze, non poche delle quali ovviamente dovute a chi ufficialmente governa e amministra.
Va allora ricordato che là dove quelle operazioni sono state e sono tuttora condotte, al fine di assicurare e far crescere la partecipazione e il consenso del vasto pubblico, sono stati posti in atto strumenti e metodi di informazione molto efficaci, ricchi di immagini, rinnovati e arricchiti di anno in anno, in buona parte studiati per raggiungere le scuole di ogni ordine e grado a cominciare dalle elementari, affinché dai bambini e dai più giovani, poi dai loro familiari, iniziasse il risveglio dell’interesse di tutti e la partecipazione di buona parte di loro ai processi.
Ma in Italia, alle cecità e disattenzioni di cui si è detto, si è aggiunto negli ultimi anni - e va aggravandosi - un altro problema: la settorializzazione crescente delle responsabilità e dei poteri. Sia a livello nazionale che a livello regionale e locale sono stati istituiti e continuano ad essere istituiti vari "Enti di settore" (o sono ridotti ad "Enti di settore" Enti che non lo erano, mentre di altri sono ridefiniti i poteri) nessuno dei quali obbligato per legge a collaborare sistematicamente con tutti gli altri prima nello studio dei fenomeni, poi nella configurazione delle soluzioni, infine nella definizione degli interventi e dei relativi finanziamenti. I controlli reciproci sono affidati a fantomatiche, tardive, spesso risibili "conferenze di servizio", cui partecipano frettolosamente (se e quando partecipano) rappresentanti di "Enti di settore" diversi, ciascun rappresentante pochissimo informato, di solito, sui problemi altrui che gli vengono sottoposti e anche ben deciso, di solito, a non sollevare problemi agli altri Enti per evitare che il proprio Ente sia messo lui in crisi alla prossima "conferenza di servizi.". Si va determinando così un allontanamento rapidamente crescente dalla possibilità di procedere per "pianificazioni coordinate integrali", complete di indicazioni riguardanti manutenzioni, gestioni e costi di quanto previsto, pianificato, programmato. Questo è un "super-problema": politico, amministrativo, culturale. Non può essere ulteriormente dimenticato o trascurato.
L’insieme dei fatti fin qui ricordati è ovviamente dovuto a ben note ragioni culturali e non solo culturali prevalenti in Italia. Tra queste:
- le forme di coltivazione delle diverse discipline nelle università, con grande attenzione ai
"fondamenti" di ogni disciplina; attenzione molto minore alle sue "applicazioni", le quali
comporterebbero sguardi non frettolosi a saperi sviluppati da altre discipline;
Tutto ciò, innestato su una storia secolare ( da secoli sostanzialmente contraria alla libera ricerca e alla libera responsabilizzazione intellettuale e morale almeno dai tempi di Galileo, Campanella, Bruno ha determinato e determina in Italia quel debole,discontinuo interesse di una non piccola percentuale di individui veso gli interessi pubblici, generali, diffusi. Va risvegliato quell’interesse, eventualmente ricorrendo alle forme di vivace, diffusa, spesso rinnovata informazione cui si è accennato.
Ricordando, in merito, certi concorsi indetti intorno agli anni ’60 da una Fondazione allora famosa per la produzione di scritti e cortometraggi riguardanti l’urbanistica e la sua storia, con commissioni di giudizio spesso presiedute da Giovanni Astengo, sarebbe forse non inutile, ai fini suddetti, avviare concorsi tra giovani studiosi per la produzione, ogni anno, di cortometraggi da diffondere nelle scuole e su reti televisive locali.
Altrettanto non inutile insistere affinché su reti televisive nazionali, in qualche trasmissione settimanale e non in ore notturne, siano regolarmente illustrati problemi e soluzioni, nel nostro e in altri Paesi, in campo urbanistico e di pianificazione territoriale e ambientale, utilizzando ad esempio, a questo fine, anche i migliori e più efficaci tra i cortometraggi prodotti per i suddetti concorsi.
Al contempo, per uscire dal sonno attuale:
1)
- qualcosa di importante va fatto con urgenza in campo universitario, in scuole di specializzazione e in pubbliche amministrazioni, poiché la partecipazione dell’Italia alla Comunità Europea comporta nuovi compiti, nuove capacità e responsabilità cui l’Italia non è molto preparata: pochi sanno, ad esempio, che la Commissione della Comunità ha approvato nel 2000 un programma cui ogni Paese della Comunità deve aderire, per un monitoraggio continuo e sistematico di tutte le acque superficiali e profonde di tutta Europa: è il "programma 2000/60", estremamente complesso. da sviluppare gradualmente in dieci anni a partire da quest’anno 2003 e che avrà utilità e senso soprattutto se numerosi altri fenomeni territoriali e ambientali saranno oggetto, al contempo, di studi e monitoraggi da confrontare tra loro. Il che é contrario ad ogni procedere "per settori", ogni settore dotato, come oggi in Italia, di "poteri separati" e di "saperi confinati".2)
- è urgente che i suddetti monitoraggi da avviare e collegare in rete siano affiancati da letture e rappresentazioni tecnicamente aggiornate, annualmente rinnovabili, della organizzazione e degli usi degli spazi urbani, periurbani, extraurbani d’Italia; letture e rappresentazioni almeno simili a quelle già eseguite per Roma e dintorni, per ora nell’anno 2003, dal Comune di Roma (Assessorato a periferie, sviluppo locale, lavoro) grazie, in primo luogo, a connessione con satellite - il che consente visioni chiarissime dell’insieme e dei particolari, con riconoscibilità di ogni strada, edificio, albero di tutta Roma e dintorni - inoltre grazie a riassunti tra loro confrontati e confrontabili di numerosi studi statistici svolti su decine di fenomeni (demografia, struttura delle famiglie, usi degli edifici, attività diverse, traffici, consumi, rifiuti, inquinamenti, recuperi, … ) anche questi studi, secondo i programmi comunali, da aggiornare di anno in anno, come le foto da satellite.3)
– urgente, infine, che pianificazioni e programmazioni di spazi e volumi urbani e non smettano di essere soltanto "tecniche", cioè curate da ingegneri e architetti con puro titolo di urbanisti, paesaggisti e simili; urgente che, con la obbligatoria collaborazione di economisti, giuristi e amministrativisti, si entri profondamente nel merito dei problemi economici, sociali, culturali di graduale attuazione e di efficace gestione nel tempo di quanto progettato e programmato, con particolare riferimento a pubbliche attrezzature, pubbliche infrastrutture, pubblici impianti.Per iniziare, sarà opportuno completare in tal senso le norme del ‘68 sugli standard urbanistici, norme deboli appunto perché scisse da ogni riferimento ai problemi di gestione. FINE.
Da Mario Ghio (mghio@katamail.com) per "APRILE" e per "CITTA’ AMICA"
20 giugno ’03 - N° 2 : PROPOSTE.
N.B.: I PRIMI APPUNTI ( N° 1), INVIATI A TUTTI via e.mail IL 29 MAGGIO ’03 ( POI ANCHE DISTRIBUITI
AI PRESENTI ALLA RIUNIONE AVVENUTA IL 30 MAGGIO ’03 IN ROMA), ERANO INTITOLATI:
-- COMMENTI A "RAGIONI DELLA CENTRALITA’ DELLE QUESTIONI URBANE"
E CONSIDERAZIONI SU "CHE FARE E COME OPERARE"
I PRESENTI APPUNTI (N° 2), CHE INVIO IL 20 giugno, CONTENGONO PROPOSTE
RIGUARDANTI IL CHE FARE E COME OPERARE.
GRADIREI PARERI PRO e CONTRO, OSSERVAZIONI, SUGGERIMENTI
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2
– PROPOSTE.Durante la riunione del 30 maggio ’03 in Roma, al "che fare e come operare" si è solo accennato e più di uno ha dichiarato di ritenere opportuno il dare avvio, per ora, ad un numero molto limitato di attività, comportanti tutte un impegno non eccessivo nell’avviarle e attuarle. Non si può non esser d’accordo, sempre che ciò non implichi semplificazioni di comodo.
Ciò che ora propongo non semplifica i problemi da studiare e, possibilmente, risolvere, ma è semplice il processo che propongo di avviare; processo che, per APRILE e per CITTA’ AMICA , potrebbe essere praticamente privo di costi, purché avviato e gestito nei modi poco oltre illustrati.
Per comprendere la proposta, prego di leggere e di confrontare tra loro i tre paragrafi seguenti:
2/A- Generalità: ………………... concorsi annuali, convegni triennali.
2/B- Argomenti da privilegiare:.. criteri, metodi, strumenti di pianificazione, programmazione,
attuazione, gestione di strutture urbane.
2/C- Gli inviti ai concorsi:……... modalità, assenza di costi.
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2/ A – Generalità: concorsi annuali, convegni triennali.
cittadini, di pubbliche amministrazioni, di giovani e non giovani studiosi non solo italiani, con inviti da diffondere nei modi indicati in 2/C, affinché partecipino a concorsi, presentando, ciascun concorrente o gruppo, una cassetta o un dischetto CD o DVD contenente:
- una serie di immagini proiettabili riguardanti luoghi e documenti, già commentate da un "parlato",
così da poter essere utilizzate in scuole, in università o in convegni, in luogo di normali lezioni e
conferenze,
- ovvero immagini filmate, ugualmente commentate, proiettabili come cortometraggi, utilizzabili
come sopra ( VEDI NOTA A TERMINE DI PAG. 3 ),
ogni "lezione" illustrante e commentante:
- in una prima parte: - disfunzioni presenti in un qualche complesso urbanistico-territoriale;
danni diretti e indiretti conseguentemente recati a persone, all’economia,
a paesaggi, all’ambiente,
- indicazione delle cause delle disfunzioni; in particolare, insufficienze o errori
in criteri, o metodi, o strumenti di pianificazione adottati (vedi 2/B);
- in una seconda parte: criteri, metodi, strumenti adottati altrove (in Italia o il altri Paesi) per
prevenire - o per eliminare se ormai presenti - disfunzioni analoghe
ed effetti concretamente ottenuti (esempi in 2/B).
- Inoltre, utilizzando le "lezioni" di anno in anno selezionate e riconosciute valide da commissioni di prestigio, potrebbe esser forse possibile indire, ogni due/tre anni, convegni nazionali e/o internazionali, probabilmente finanziabili almeno in parte dalla Comunità Europea, per i confronti tra i criteri, i metodi, gli strumenti di cui si è detto, ogni convegno da destinare ad analisi critica dell’attività svolta e dei temi trattati nel biennio o triennio precedente e da concludere con la indicazione degli argomenti da trattare preferibilmente nei due/tre anni successivi, e del come trattarli. >>>
2/ B - E’ detto in 2/A che ogni persona o gruppo che elaborerà, in forma di "lezione", una delle "ricerche/rappresentazioni" su definite ( VEDI NOTA A TERMINE DI PAG. 3 ), dovrà far comprendere le disfunzioni di una o più strutture urbanistiche e territoriali (vedi sopra: "lezioni", prima parte) e confrontarle con il miglior funzionamento di altre strutture (vedi sopra: "lezioni", seconda parte); ogni "ricerca/rappresentazione commentata" dovrà essere perciò dedicata ad uno o più problemi in alcune nostre Regioni pericolosamente trascurati, la cui conoscenza e soluzione é invece essenziale per giungere a corretti funzionamenti di qualsiasi struttura urbanistica e territoriale.
Alcune di queste disfunzioni derivano, notoriamente, da insufficienze nei criteri di pianificazione, altri da insufficienze nei metodi di attuazione e/o gestione, altri ancora da insufficienze o assenze di strumenti di controllo e si sa che in molti casi l’insufficienza è triplice (al contempo in criteri, metodi e strumenti) per di più favorita e incrementata da impreparazione più disattenzione di non pochi amministratori e amministrativi. Tuttavia, potrebbe essere opportuno favorire la presentazione, da parte dei concorrenti, di "ricerche/rappresentazioni" in cui sia privilegiata l’attenzione ad una delle tre insufficienze suddette, così che risulti chiaro il confronto tra quanto sarà illustrato nella prima parte della "lezione" di ogni concorrente e quanto sarà presentato nella seconda parte della stessa "lezione" :
1°- per ciò che attiene a criteri, il tema sarà da articolare in sottotemi; ma ad esempio: le aree urbane
di alcune Regioni, così come aree e risorse circostanti le prime e dalle prime influenzate
(campagne, colli, boschi, spiagge, fasce fluviali, acque di superficie e di falda, … ) sono in
progressivo degrado per insufficiente definizione e insufficiente controllo dei rapporti tra quantità
e qualità di spazi, volumi, risorse utilizzabili luogo per luogo, per funzioni diverse; rapporti ,
per di più, da variare nel tempo, a causa del continuo variare attuale e prevedibile di economie,
strutture sociali, tecniche, tecnologie:
come, in altre Regioni e/o in altri Paesi, sono stati ottenuti (se ottenuti) - e si mantengono nel
tempo (se mantenuti) - corretti rapporti del tipo suddetto e buone qualità delle risorse citate?
2°- per ciò che attiene ai metodi, sempre in via di esempio: nelle attività di studio e di pianificazione
urbanistica, territoriale, ambientale, paesistica, difficoltà generate, in alcune Regioni, da eccessi di
settorializzazione delle competenze e irrazionalità (spesso inutilità, più spesso dannosità) di gran
parte delle attuali "conferenze di servizi":
come si perviene, in altre Regioni e/o in altri Paesi, ad una continua armonizzazione degli
studi preliminari, dei piani e programmi, delle attuazioni, della gestione delle opere attuate? .
3°- per ciò che attiene agli strumenti di misura: insufficienza in quasi tutta Italia di monitoraggi
sistematici, diffusi, continui su fenomeni locali e non locali di vario ordine: (idraulici e
idrogeologici, climatici, sociali, economici, urbanistici, territoriali, paesistici, ambientali)
completati da analisi spesso rinnovate sulle relazioni e reciproche influenze tra i fenomeni stessi;
come sono attuati i monitoraggi e qual è il loro costo, nelle Regioni italiane
e nei Paesi d’Europa in cui sono sufficienti, correttamente gestiti e correttamente utilizzati ?
(vedasi, in particolare, il programma decennale della direttiva CE 2000, n°60, tendente ad obbligare tutti i Paesi
d’Europa a monitoraggi sistematici, con metodi unificati, di tutte le acque superficiali e di falda del continente).
Nel procedere come su esposto, sarà sempre opportuno fare in modo che ogni concorrente ponga tra l’altro in luce le relazioni tra caratteri e fenomeni di ordine eminentemente urbanistico e territoriale
e caratteri e fenomeni di altro ordine, sempre influenzanti i primi e dai primi quasi tutti influenzati:
1°-
caratteri/fenomeni di ordine geologico, idrogeologico, climatico, idraulico, naturalistico,…, ambientale;2°- caratteri preistorici, protostorici e storici dei luoghi, delle società umane, dei loro
insediamenti, dei loro paesaggi;
3°- "cultura" locale: modi prevalenti di percepire, di pensare, di comportarsi secondo abitudini e
consuetudini localmente consolidate; modificazioni nei comportamenti avvenute, in corso e prevedibili;
4°- fenomeni demografici: nascite, morti, immigrazioni, emigrazioni, …
5°- fenomeni occupazionali;
6°- cicli economici: investimenti in (e sfruttamenti di) risorse varie per produzioni, distribuzioni,
scambi, consumi; parallelamente, quantità e qualità di rifiuti, inquinamenti, sprechi, …. ;
7°- …, 8° - …, …………… ………….. ecc.
In questo quadro, ogni concorrente potrà mettere a fuoco aspetti generali o particolari riguardanti criteri, o metodi, o strumenti, secondo i suoi interessi e/o secondo le discipline da lui coltivate. >>>
2/C- Concorsi e loro svolgimento: modalità, con assenza o quasi di costi per APRILE e per
CITTA’AMICA .
Il costo delle operazioni indicate in 2/A potrà essere praticamente nullo per APR. e per C. AMICA,
se:
a – se ogni anno, per i concorsi dell’anno, si potranno emanare gli inviti sia su riviste pubblicate da
Comuni, Province, Regioni le cui Amministrazioni siano favorevoli ad APR. e a C.AMICA., sia su
un foglio allegato al giornale APRILE, foglio da esporre poi
- sia in bacheche di Dipartimenti universitari, a cura di studenti e/o docenti aderenti ad APR. e
a C. AMICA o comunque interessati agli esperimenti,
b— se le Commissioni di giudizio saranno composte in parte da docenti univ., e in parte da
amministratori pubblici, possibilmente noti per loro apprezzate pubblicazioni e disposti ad
operare "per amore dell’arte";
(per facilitare il lavoro dei Commissari e non obbligarli, per giungere ad un giudizio, a visionare tutti
i "filmati" che perverranno, il concorrente sarà invitato a presentare, oltre al disco CD o alla cassetta,
anche:
--- una relazione di non più di tre/quattro pagine,2000 battute a pagina, in cui siano indicati
l’argomento trattato, la tesi sostenuta, i documenti presentati a prova della tesi,
---la sceneggiatura del "filmato", contenente, da un lato, la descrizione di ogni immagine o
scena e, dall’altro, il testo letto a commento di ciascuna di quelle immagini o scena;
si stabilirà inoltre un tempo massimo di durata dei filmati);
c— se agli autori le cui opere saranno state giudicate di alta qualità e di notevole utilità,
sarà promesso ciò che segue:
1°-: i soggetti, più i commenti della Commissione giudicante, saranno pubblicati al completo o in
sunto sul giornale Aprile nonché su riviste di Amministrazioni e di Enti aderenti che si
impegneranno in tal senso
2°- le opere giudicate di alta qualità e di notevole utilità saranno raccomandate (secondo il
soggetto e secondo il tipo di rappresentazione e di commento parlato) ad università, o ad
accademie, o a licei, in alcuni casi anche a scuole medie, e tali raccomandazioni avverranno
con articoli sul giornale Aprilee e su riviste di Amministrazioni ed Enti aderenti;
Le promesse di pubblicazione 1° e delle forme di propaganda 2° sono più che sufficienti per attrarre ogni anno non pochi concorrenti; ancor più forte l’attrazione se sarà prevista e promessa l’utilizzazione delle loro opere nei convegni triennali di cui in 2/A.
Si potrà inoltre tentare di far comunicare i risultati dei concorsi su reti tv locali e non è da
escludere del tutto che qualche "lezione" possa essere trasmessa da qualcuna di tali reti.
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GRADIREI PARERI PRO o CONTRO, OSSERVAZIONI, SUGGERIMENTI.
da inviare a >> mghio@katamail.com
NOTA: le tecniche e tecnologie adottabili per la realizzazione delle "lezioni" suggerite
sono ormai note a molti e lo saranno ancor più nei prossimi mesi ed anni;
ugualmente, sono ormai in uso, presso quasi tutte le scuole e università, gli
strumenti che consentono di proiettare simili "lezioni" e farne ascoltare i commenti.