CITTA’ AMICA rete di architetti/urbanisti
Spunti per un seminario, da tenersi ad ottobre a Roma.
Obiettivi pubblici e coinvolgimento dei soggetti privati nel processo di trasformazione delle città e del territorio
- Gli aspetti più preoccupanti della vita urbana in Italia dipendono dalla assoluta inadeguatezza dei grandi sistemi (mobilità, verde, ecc.), penalizzati dalla insufficienza delle risorse e da politiche settoriali. Occorre valutare al proposito gli esiti dei vari programmi (Integrati, PRUSST, ecc.), ma è assolutamente certo che i Comuni non sono i grado di intervenire efficacemente.
- Difficoltà finanziarie impongono, comunque, agli Enti locali il ricorso al contributo di "soggetti privati" per la realizzazione di interventi di trasformazione delle città: è una condizione largamente diffusa, motivata non solo dalla ristrettezza delle risorse, ma da una scelta specifica, che intende coinvolgere i soggetti stessi nel processo di trasformazione delle città e del territorio.
- Sono intervenute, peraltro, negli ultimi decenni modifiche profonde del processo di "governo del territorio. Al Comune è stata riconosciuta, con l’affermazione del principio di "sussidiarietà", i Decreti Bassanini, ecc.) la "forza istituzionale" di Ente che concorre a definire scelte di governo del territorio, non più in maniera subordinata ai poteri assegnati ad Enti di livello superiore, ma in una logica di collaborazione e copianificazione tra Enti.
Allo stesso Comune viene richiesto di esprimere scelte di governo del territorio e riqualificazione delle città, ascoltando e facendo intervenire una pluralità di Soggetti, pubblici e privati (Municipi, Quartieri, Associazioni culturali/ambientali/sociali ed Organismi esprimenti obiettivi ed esigenze di varia natura da parte dei cittadini, ecc.), ai quali si riconosce il diritto/dovere di contribuire alla soluzione dei problemi della qualità della vita nei centri urbani e nei territori ad insediamento diffuso.
- Le innovazioni concettuali ed operative intervenute sottolineano la complessità della attività di "governo del territorio": essa non è più affidabile solo ai tradizionali "strumenti urbanistici", ma deve affrontare unitariamente i problemi dell’uso/salvaguardia delle risorse ambientali/territoriali, della gestione degli interventi e dello sviluppo sociale ed economico. Si è affermato contemporaneamente il convincimento, profondamente innovativo rispetto alla tradizionale piramide dei poteri delle Istituzioni, che il territorio è unico e che i problemi che lo riguardano hanno una loro specifica ed intrinseca indivisibilità.
- Nel quadro delle modifiche intervenute nel processo di pianificazione risulta necessario precisare il significato degli strumenti di coinvolgimento e partecipazione dei cittadini alla definizione delle scelte urbanistiche, non riducendo tale presenza solo alle categorie dei cittadini proprietari di beni immobili e risorse finanziarie. E’ inoltre opportuno approfondire la conoscenza della situazione e delle trasformazioni della finanza pubblica degli Enti locali, al fine di cogliere le ragioni strutturali delle difficoltà accentuate negli anni recenti.
- Permane una carenza di progettualità da parte degli Enti locali, che esprima la necessità inderogabile di riconoscere ai cittadini diritti urbani ( casa, sicurezza, ambiente, riqualificazione del patrimonio artistico e culturale, forma e qualità degli
spazi della città, ecc.), al cui interno poter inserire le proposte "suggerite" dagli operatori privati, nonchè una scarsa capacità di valutare, con metodi e strumenti idonei, gli effetti e l’impatto degli interventi sulla realtà sociale, economica e territoriale interessata.
- Gli strumenti di coinvolgimento dei privati ( Convenzioni, pagamento oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, Società di trasformazione urbana, Project financing, ecc.) non risultano inseriti in un quadro sistematico di condizioni/progetto: le scelte sono consegnate ai meccanismi del libero mercato ed a quelli, apparentemente asettici, della burocrazia, che giudica sulla base di parametri economici, attribuendo un valore poco significante alla qualità formale ed alla equità sociale.
- Gli strumenti di "perequazione", utilizzati dalle Amministrazioni locali per il controllo delle trasformazioni urbane e territoriali, non colgono, spesso, la complessità dei problemi e si attestano su soluzioni semplificate, che non sono in grado di affermare la centralità degli interessi pubblici. Una corretta applicazione dei modelli deve poter valutare tutti i "fattori di beneficio" connessi agli interventi (maggiori entrate fiscali per gli Enti locali, crescita della qualità urbana complessiva della città, effetti indotti sulla struttura terziaria e dei servizi, ecc.) ed i "fattori di costo", che incidono direttamente sul bilancio degli Enti e sulla collettività locale (adeguamento del sistema delle urbanizzazioni primarie e secondarie, interventi di riqualificazione dell’ambiente, potenziamento dei servizi, perdita di suolo per uso agricolo, ecc.).
- Come già alcuni grandi interventi hanno sperimentato si tratta di ricalcolare l’apporto economico del privato non soltanto in rapporto al costo diretto delle opere necessarie per la trasformazione (opere di urbanizzazione), ma anche in funzione del maggiore valore acquisito dalla proprietà fondiaria e immobiliare originato dai nuovi assetti.
- Un esame delle condizioni attuali del "coinvolgimento" finanziario dei privati nelle trasformazioni mostra che i meccanismi vigenti di pagamento degli oneri per le urbanizzazioni primarie e secondarie comportano esborsi molto bassi da parte dei privati, non commisurati ai reali costi delle urbanizzazioni necessarie, che non tengono conto delle "plusvalenze" che il Piano assegna ai beni immobili di proprietà dei privati. Tali plusvalenze debbono, sulla base del principio di "equità", entrare nel bilancio degli Enti locali e garantire una maggiore aderenza delle entrate ai reali costi sopportati dalle Amministrazioni. L’analisi degli "oneri di urbanizzazione primaria e secondaria" validi per alcune città italiane ( Torino, Genova, Milano, Trieste, Bolzano, Bologna, Pesaro, Roma, Napoli, Palermo) mostra una incidenza media apri a 95 euro/mq di superficie utile. L’entità del valore connesso alla "plusvalenza", che alcune città aggiungono agli oneri di urbanizzazione, in forza di delibere e di convenzioni specifiche, risulta pari a circa 300 euro/mq di SUL.
- L’obiettivo di restituire centralità all’intervento pubblico passa attraverso la soluzione di alcuni nodi tecnico/politici: l’acquisizione di una capacità progettuale, di valutazione e di iniziativa da parte degli Enti locali, che sappiano indirizzare e coordinare i diversi soggetti che intervengono sul territorio, garantendo anche a quelli di livello locale (Comitati di Quartiere, Municipi, Associazioni ed Organismi vari), a diretto contatto con i cittadini, poteri e strumenti di intervento che il principio della "sussidiariertà" loro riconosce.
PGB 30/5/03