P.P.1 : UN’AREA DI TUTTI CEDUTA A POCHI

 

P.P.1 è il nome del piano particolareggiato redatto sull’area dell’ex gasometro a sud della Stazione fra via Trieste e via Valeri, oggi in parte occupata dai pullman della SITA.

L’area di proprietà comunale (da oltre un secolo) è destinata a funzioni direzionali, commerciali e residenziali, con una capacità edificatoria di 140000 metri cubi.

Di questi, il Comune di Padova ha deciso di venderne 100000 con relativa area, ad un prezzo a base d’asta di 18 milioni di Euro.

La delibera del C.C. "Approvazione del programma delle alienazioni patrimoniali"

(ottobre 2002) è passata senza clamore; senza una valutazione dei costi derivanti dalla perdita di un’area di grande rilevanza urbanistica, come se la "cosa di tutti" fosse cosa di nessuno o meglio di una maggioranza allettata da un rapido ritorno d’immagine pre elettorale dato da manutenzioni, ampliamenti, arredo urbano e PRUSST finanziati con le entrate delle alienazioni patrimoniali.

L’AREA VIENE SVENDUTA, perché come tutti gli immobili indisponibili (per spostare i pullman occorrono accordi con le Ferrovie) vale di meno.

Quindi che fretta c’era? Perché farlo ora? Perché far guadagnare di meno al Comune?

E’ UN’AREA STRATEGICA PER LA CITTA’ sulla quale si gioca il suo futuro:

-cerniera fra centro storico, centro direzionale e zona Nord

-vicina alla Stazione e al futuro centro intermodale

-inserita fra il Piovego e la Cappella degli Scrovegni

GLI USI POSSIBILI sono da contemplarsi fra quelli che possono arrecare il maggior beneficio alla città. I condomini di lusso prospettati dall’Amministrazione forse non sono la scelta migliore

UNO SPAZIO PUBBLICO E DI USO PUBBLICO NEL CUORE DELLA CITTA’ darebbe a Padova quel senso urbano che il passato, ma non il presente, le hanno conferito; perché il concetto stesso di città si fonda sul suo "essere collettivo" e il privatizzarne le parti migliori (per il mercato ma anche per la fruizione della gente) corrisponde ad un arretramento di cultura urbana e sociale.

I LUOGHI PUBBLICI DANNO IDENTITA’ E RICONOSCIBILITA’ ALLA CITTA’, in essi l’individuo diventa cittadino e nel loro ambito da secoli si esercita la democrazia.

 

IL SISTEMA DEL VERDE fra i giardini dell’Arena e le sponde del Piovego troverebbe in quest’area, nella costruzione di un CENTRAL PARK, una straordinaria risorsa di salubrità e di bellezza

E’ un’area che deve ospitare FUNZIONI DI ECCELLENZA che si riverberino in un vasto "intorno" per valorizzare l’intera città ed esaudire quella vocazione metropolitana cui Padova aspira.

A Padova mancano spazi collettivi, manca UN AUDITORIUM.

Un complesso culturale, musicale (e non residenziale), inserito nel verde dell’intera area da considerarsi nella sua interezza, a cui assegnare un alto valore simbolico che imprima anche figurativamente alla città un’immagine nuova, proiettata nel futuro come altre città europee hanno saputo fare, realizzato anche con il contributo privato sarebbe un’esplosione di energia e premessa e condizione perché

LA CULTURA DIVENTI IL MAGNETE DELLA CITTA’

Proponiamo di costituire un FORUM, un tavolo di concertazione attorno al quale discutere con la città della città, disporre un’URNA per sentire il parere della gente, come fece Brunelleschi per la cupola di S. M. del Fiore (eppure il grande architetto rinascimentale non era certo un inesperto)

 

L’AMMINISTRAZIONE DI CENTRO DESTRA DICE DI VOLER VENDERE METRI CUBI E NON SI ACCORGE O NON CAPISCE CHE VENDE

UN PEZZO DI CITTA’!

 

UN GIROTONDO

NELL’AREA DI VIA TRIESTE GIOVEDI’ 3 LUGLIO ALLE ORE 18

PER DIFENDERE LA CITTA’ CHE NON E’ UNA MERCE

 

CON

 

RETE di architetti-urbanisti "CITTÀ AMICA" – LEGAMBIENTE PD -- AMISSI DEL PIOVEGO – SINISTRA ECOLOGISTA PD -- ANCORA A SINISTRA – APRILE PER LA SINISTRA PD – CGIL PADOVA – D.S. PD – ARCI PADOVA – COORDINAMENTO SOS CASTELLO – P.d.C.I. PD – GRUPPO CONSILIARE MARGHERITA PD – ITALIA DEI VALORI, LISTA DI PIETRO PD

 

www.citta-amica.org

 

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ORDINE DEGLI ARCHITETTI DI PADOVA

CONVEGNO: RISORSE E PROGETTI PER PADOVA_Quale destino per l’area di via Trieste ?

SALA EX SINAGOGA 22/5/2003

UN PEZZO DI CITTA’ SVENDUTO ALLA SPECULAZIONE

(Luisa De Biasio Calimani)

La delibera di Consiglio Comunale dell’ottobre 2001 riguardante l’alienazione del patrimonio comunale comprendente l’area del P.P.1 vicina alla Stazione, è passata senza suscitare la reazione che avrebbe meritato, forse per la sottovalutazione del valore strategico dell’area in rapporto alla sua straordinaria collocazione.

L’Ordine degli Architetti ha ritenuto quindi opportuno segnalare anche con questo convegno, il ruolo che dal punto di vista urbanistico, quest’area ha per la città e non solo.

In rapporto alle funzioni e al livello di qualità degli spazi urbani che si realizzeranno eserciterà al suo intorno un riverbero di dimensioni variabili: circoscritto al perimetro dell’area (nel caso di destinazioni residenziali) o destinato ad espandersi anche oltre i confini della stessa città.

Questi 30000 metri quadrati di superficie, da oltre un secolo di proprietà comunale, sono inseriti fra il futuro centro intermodale, il centro direzionale, la cappella degli Scrovegni e la parte nord di Padova.

La consistente rilevanza o meglio l’unicità che questo luogo di cerniera rappresenta nel contesto urbano e metropolitano ne sconsiglia lo spreco. Il Comune dovrebbe capire che non sta vendendo metri cubi, ma un pezzo di Città, che va valutato con parametri che tengano conto della complessità delle scelte urbanistiche, degli effetti indotti nello spazio e nel tempo da funzioni eccellenti che quest’area potrebbe ( o dovrebbe) contenere. Il rapporto costi - benefici va commisurato a ciò che l’A. C. si propone di fare con i 18 milioni di euro posti a base d’asta, rispetto alle straordinarie potenzialità che l’area ha per la città e per il ruolo che ha nell’area metropolitana. Funzioni di eccellenza potrebbero offrire stimoli allo sviluppo economico, culturale, turistico, dimostrare la capacità del contemporaneo di vivere non solo di rimembranze, ma di risorse culturali proprie e aggiornate, trasmettere nuova linfa, nuovi impulsi a questa città che rivendica il diritto di un ruolo centrale nella regione nord orientale. Nessuna città europea ha fatto un salto di qualità senza attribuire alla città un valore funzionale e formale, costruendo luoghi - simbolo della civiltà urbana. Padova con una carenza di spazi pubblici così vistosa, dovrebbe impegnare energie e risorse nella costruzione di un polo di grande suggestione collettiva, perché negli spazi pubblici si identifica e riconosce l’organismo urbano nella sua dimensione sociale e rappresentativa.

L’area del PP1 ne offre l’occasione.

Qualsiasi pur modesta ragionevole valutazione, anche la meno illuminata, non può non avvertire l’inopportunità di sacrificare quest’area per 30 denari o 30 miliardi alla speculazione per avere (con l’esecuzione di qualche opera minore) un immediato conforto d’immagine cui le P.A. tendono prima delle elezioni.

Per realizzare qualcosa di presumibilmente utile in se, si rende irreversibile il danno prodotto dalla costruzione di qualche condominio di lusso e qualche metro cubo di direzionale in un’area che rimane sbagliata, anche se a realizzarli sarà un bravo architetto.

A questo architetto sarebbe piuttosto utile affidare lo studio di fattibilità planivolumetrica per le funzioni pregiate che un tavolo tecnico dovrebbe individuare comprendendo fra queste anche un central park, piccolo rispetto a quelli che molte città d’Europa hanno saputo inserire nei loro centri urbani, per renderli più salubri e più belli. Perché la presenza del Piovego e dei giardini dell’Arena, in un contesto urbano carico di tensioni e contraddizioni spaziali, costituisce sfida e premessa alla continuità di un sistema del verde che in quell’area deve comunque essere almeno in parte realizzato (abbattendo l’indice di quasi 5mc/mq). Avrebbe il significato simbolico di esaltare il centro della nuova urbanità come luogo di tutti dove sconfiggere il teorema della città considerata e trattata come merce proprio da chi la amministra. Per una valutazione e una scelta attenta ci vuole un po’ di tempo, certo. Ma ne vale la pena. E poi che fretta c’è? L’area è occupata dai pullman della SITA. Non vi è alcun accordo firmato con le Ferrovie, ne è individuata la zona in cui spostare i pullman, quindi non vi è certezza nei tempi in cui potrebbe diventare disponibile. In queste condizioni, lo capisce chiunque (come avviene per un alloggio occupato) il valore dell’area si abbassa in modo consistente e si sacrificano anche i criteri economici solo perché gli interessi immediati prevalgono su quelli generali.

100000 metri cubi all’asta sono una "non scelta", rappresentano la consegna al privato del destino di un’area pubblica, la delega al mercato della scelta delle destinazioni (compatibili col P.R.G.) più redditizie che non sempre (o quasi mai) corrispondono a quelle più vantaggiose per la città. Rivelano l’assenza di un’idea forte e il mancato inserimento dell’area più importante della città in un disegno organico, come se ogni parte potesse vivere autonomamente e separatamente.

Mi piacerebbe mettere un’urna, come fece Brunelleschi per S.M.Novella, e sapere cosa vorrebbero realizzare in quell’area i cittadini di Padova. Sarebbe un bell’esempio di democrazia urbana.